Negli ultimi anni è cresciuta molto la ricchezza in mano agli ultra settantenni.
Tuttavia, moltissimi imprenditori e titolari di patrimoni personali arrivano tardi e poco preparati a programmare per tempo la propria successione.
E’ il caso della persona che, magari all’improvviso, viene colpita da un’infermità o da una menomazione fisica o psichica o, comunque, si ritrova nell’impossibilità di provvedere ai propri interessi e quindi a gestire il passaggio generazionale. In tali ipotesi, lo strumento più noto ed utilizzato per tutelare il patrimonio è quello dell’amministrazione di sostegno.
Non tutti sanno, tuttavia, che l’istituto dell’amministrazione di sostegno, insieme all’inabilitazione e all’interdizione, non sono le uniche misure di protezione che il nostro ordinamento giuridico riconosce.
La forma apparentemente più semplice per realizzare il passaggio generazionale è il testamento. Peraltro, in Italia, c’è ancora una certa resistenza a redigerlo: tanto è vero che solo l’8% della popolazione italiana pare vi provveda.
In realtà, avviare l’iter per risolvere la questione del proprio passaggio generazionale non è un percorso così lungo, burocratico e nemmeno così snervante. E’ meno difficile di quanto sembri. A seconda degli obiettivi che ci si prefigge, esistono infatti strumenti alternativi all’amministrazione di sostegno ed al testamento.
Con il patto di famiglia, per esempio, è consentito al titolare dell’impresa di anticipare il momento del trasferimento dell’azienda o delle partecipazioni sociali ai discendenti o al discendente che si sia dimostrato maggiormente idoneo alla gestione dell’impresa. Realizza un duplice obiettivo: da un lato, previene le liti ereditarie e la disgregazione di aziende o partecipazioni societarie, dall’altro, l’assegnazione di complessi di beni a soggetti non idonei ad assicurare la continuità gestionale dell’impresa.
Il trust (letteralmente “fiducia”, concettualmente “affido”, intendendo affido di beni mobili ed immobili) è lo strumento che, in questo momento, viene maggiormente utilizzato. Il suo successo è dovuto alla sua estrema flessibilità in quanto può essere utilizzato per regolare una molteplicità di rapporti giuridici di natura patrimoniale, tanti quanto se ne possano immaginare. Per lo più, il trust viene impiegato per finalità di isolamento e protezione di patrimoni, gestioni patrimoniali in materia di successioni, pensionistica, diritto societario e fiscale. Il trust, può pertanto essere utilizzato in luogo dell’amministrazione di sostegno, dell’inabilitazione e dell’interdizione proprio per questa sua capacità di essere impiegato, non solo per separare e proteggere il patrimonio personale da quello aziendale, per tutelare soggetti il cui patrimonio può essere compromesso da attività imprenditoriali rischiose (come quelle dei medici e degli avvocati) o da comportamenti personali avventati (giochi d’azzardo, uso di droghe e alcol), ma anche per tutelare minori, nonché soggetti disabili e anziani. Tra i vantaggi del trust si annoverano anche quelli fiscali e di sopportabilità economica, non richiedendo costi esorbitanti.
Esiste anche la polizza assicurativa vita che viene stipulata per far fronte a particolari necessità di garantire somme di denaro qualora venga meno l’esistenza di chi produce un reddito. Ne sono tipicamente beneficiari i figli minori e/o disabili.
Sono tantissimi i motivi per cui conviene pianificare la propria successione: perché è sempre meglio decidere in prima persona piuttosto che subire i dettami legislativi, per ridurre le liti tra gli eredi, per sfruttare i vantaggi fiscali, per tutelare i propri cari, anche al di fuori del proprio nucleo familiare inteso in senso tradizionale, come i conviventi, per garantire la continuità aziendale, etc…
Gli strumenti, come visto, non mancano: bisogna solo metterli in pratica rivolgendosi al professionista giusto!