Non abbiamo ancora il testo di quello che dovrebbe essere la bozza del decreto che prevederebbe il rinvio delle udienze civili e penali a data successiva al 30 giugno 2020. Altri fonti, parlano di rinvio fino a dopo 31 maggio 2020, ma la sostanza non cambia. Pare infatti che debba fermarsi, a causa del coronavirus, anche la macchina giustizia, sia pure con alcune eccezioni.
Innanzitutto, celebrazione a porte chiuse di tutte le udienze pubbliche, civili e penali. Svolgimento delle udienze civili che non richiedono la presenza di soggetti diversi dai difensori delle parti mediante collegamenti da remoto. Ai capi degli uffici giudiziari spetta comunque la valutazione sulle misure che si rendono necessarie per garantire il rispetto delle misure di prudenza e sicurezza rispetto all’emergenza Coronavirus. I detenuti potranno partecipare ai processi che li riguardano solo in videoconferenza o tramite collegamenti da remoto. Continuerebbero a svolgersi le udienze che riguardano procedimenti cautelari o quelli per adottare misure di protezione contro abusi familiari, le cause di competenza del tribunale dei minori e quelle relative agli alimenti oltre ai provvedimenti sui migranti, ossia la convalida dell’espulsione, l’allontanamento e il trattenimento di cittadini di Paesi terzi e dell’Unione europea. Non si sospenderebbero nemmeno le udienze di convalida dell’arresto o del fermo nei procedimenti a carico di detenuti o persone in stato di custodia cautelare, nei procedimenti con imputati minorenni o in generale in quelli con carattere di urgenza.
Il tutto, però, salvo modifiche in corso.