Nell’epoca del narcisismo sfrenato in cui tutti si fotografano e diffondono immagini, il rischio di conseguenze civili o di mettere in pericolo le persone che amiamo è altissimo.
Come evitare quindi di postare senza cadere nella rete?
Non sono molti i principi di diritto e le regole di buon senso da seguire.
Principalmente, bisogna aver ben chiaro che, per pubblicare un’immagine, bisogna avere il consenso, esplicito o implicito, del diretto interessato, purché inequivocabile e circostanziato al luogo e alla persona che lo ha richiesto.
In caso violazione, si rischia il carcere da 6 a 18 mesi.
Ciò premesso, vediamo le situazioni più comuni.
MIO FIGLIO MERITA UN POST!
Siamo davvero liberi di postare le foto dei nostri figli? Magari mentre fanno il bagnetto o giocano con il gattino?
Se i figli sono minorenni, i genitori devono essere d’accordo. Questo vale a maggior ragione se i genitori sono separati. Tutto ciò potrebbe non essere sufficiente. Tanto è vero che nel 2017 il Tribunale di Mantova ha ordinato la rimozione dai social delle foto e dei filmati di figli minorenni di una coppia per il rischio di essere riutilizzati in video porno.
MI VOGLIO VENDICARE DELL’EX.
Le vendette sarebbero da evitare, tanto più se mai ci venisse in mente di condividere foto o video di momenti intimi trascorsi con il nostro ex. Anche quando non lesivi dell’onore e della reputazione, ai sensi dell’art. 10 C. C., con tale condotta, si violerebbe il diritto all’immagine e alla riservatezza.
I POST DEI RAGAZZINI
I ragazzini devono essere educati dai loro genitori ad un uso consapevole e corretto dei social e di internet in generale.
Devono sapere che, in teoria, ciascuno di loro dovrebbe ottenere il consenso dei genitori degli amici che intendono postare. La questione sostanziale è che, se si pubblicano foto di amici un po’ sopra le righe, potrebbero ledere il decoro, l’onore e la reputazione sociale e per ciò essere perseguiti penalmente.
Se poi due adolescenti consenzienti si filmano mentre fanno sesso, chi condivide commette il reato di diffusione di materiale pedopornografico.
Se il fatto dovesse rientrare nel caso di cyberbullismo, i ragazzi con più di 14 anni possono difendersi da soli e chiedere la rimozione del contenuto offensivo. Con la consapevolezza che, se c’è stata condivisione, la cancellazione potrebbe risultare inutile.
Un ultimo dettaglio da sottolineare: per i ragazzi rispondono sempre i genitori per un’eventuale richiesta risarcitoria, in sede civile.
LO SMARTPHONE DEL VOSTRO COMPAGNO/A
Lo smartphone del vostro compagno o compagna non si tocca e non si guarda!
Il loro contenuto non vi potrebbe servire in una causa di separazione o di divorzio ma potrebbe costarvi una denuncia.
… E QUELLO DI MIO FIGLIO?
Come sopra!
Comunque rassegnatevi: i ragazzi sanno sempre come eludere i controlli. Meglio prevenire in un clima di fiducia e di condivisione (preferibilmente di affetti e non di social!).