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“Stamattina ufficio accettazione ospedale di Ciriè: Buongiorno dovrei prenotare questa visita. E’ piuttosto urgente per quando avete posto”. “Allorada noi a Ciriè l’attesa è più lunga se vuole abbiamo posto a Courgne per ottobre” “Va bene”. Rispondo. “Anche se sarebbe stato meglio prima. Comunque se non si può fare altrimenti va bene”. “Ottobre 2019, intendevo, Ottobre 2019 per Courgne altrimenti a Ciriè slittiiamo ancora” “Signora ma lei lo sa che siamo ancora nel 2018?” “Certo, ma è così. Se vuole può andare privatamente altrove. Li fa prima” “Si lo sono che privatamente posso andare, lo immaginavo. Mi domandavo solo se potevo usufruire del servizio sanitario nazionale e magari risparmiare qualche decina di euro visto che pago fior di quattrini in tasse, ma va bene così. Andrò altrove e continuerò a pagare fior di quattrini di tasse”…Mi reco quindi a Villa Grazia e mi viene detto: signore se vuole lo possiamo fare anche adesso…” (Alessandro Baccetti).

Questa è la denuncia di un ciriacese sul gruppo “L’ALTRA CIRIE’ Cittadini e Politici A Confronto”, ma potrebbe essere scritta da un cittadino di qualsiasi altro Comune d’Italia. La sostanza non cambia: il signor Baccetti, in questo caso, pare non essere stato messo a conoscenza dell’esistenza di un decreto legislativo, il n. 124/1998.

Tale pubblicità non è una gentilezza del personale ospedaliero, ma un vero e proprio obbligo di legge.

L’art. 3 del citato decreto stabilisce, infatti, che le Regioni disciplinano i criteri secondo i quali i Direttori Generali delle Aziende Unità Sanitarie locali ed ospedaliere determinano il tempo massimo che può intercorrere tra la data della richiesta delle prestazioni e l’erogazione stessa. Di tale termine è data comunicazione all’assistito al momento della presentazione della domanda della prestazione, nonché idonea pubblicità a cura delle aziende locali ed ospedaliere.

Il paziente deve infatti sapere che la legge fissa dei tempi massimi per le liste d’attesa relativi alle visite specialistiche che sono:

30 giorni, per le visite medico specialistiche;

60 giorni, per gli accertamenti diagnostici strumentali.

Al signor Baccetti, pertanto, oltre a comunicargli la data della visita o della prestazione medica richiesta, avrebbero dovuto comunicargli anche il tempo massimo di attesa per quella prestazione, rappresentandogli la possibilità di potersi avvalere, per la medesima prestazione, del regime intramurario (o intramoenia) o privato, senza costi aggiuntivi rispetto al ticket.

La prestazione in regime intramoenia viene fornita in attività libero-professionale, pagando soltanto il ticket. In questo caso, pertanto, il medico NON dovrà essere pagato a parte, come “privato”, in quanto i relativi costi sono, per legge, a carico dell’Asl.

Questo passaggio dovrebbe essere fatto automaticamente dalla struttura ospedaliera ma, come visto, non avviene quasi mai. Al paziente non resta che presentare al Direttore Generale delAzienda, apposita domanda scritta.

Se non è possibile il regime intramurario, il paziente potrà recarsi dal medico privato e poi chiedere rimborso all’Asl.

L’Asl, infatti, è tenuta a rimborsare le cure in strutture private alle quali il cittadino è costretto a rivolgersi per curarsi a causa delle lunghissime liste d’attesa all’ospedale, incompatibili con il proprio stato di salute.

Attenzione, pertanto, al codice di priorità che il medico inserisce sulla richiesta della prestazione e all’elenco delle prestazioni garantite nei tempi massimi, inseriti nei piani di governo e che l’azienda sanitaria locale o ospedaliera deve recepire nel piano aziendale attuativo e darne opportuna diffusione ai cittadini, presso i centri di prenotazione, i siti web aziendali e gli URP.

Un ultimo consiglio: qualora la lista d’attesa per la prenotazione di cui avete bisogno è bloccata, suggerisco di segnalare la circostanza tramite A/R alla Direzione Generale dell’Azienda Sanitaria della propria Regione e a Cittadinanza attiva per richiedere lo sblocco delle liste e l’applicazione dell’ammenda.

Pertanto, prima di demordere, fatevi un giro all’URP per assumere le informazioni necessarie a far valere i Vostri diritti.

 

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