Nel 2013 aveva già patteggiato un anno e 8 mesi.
Nel 2016 pareva che le vittime di patrocinio infedele e/o truffa fossero soltanto cinque.
Oggi, il bilancio appare invece essere molto più pesante: 26 le parti offese citate nel decreto di citazione a giudizio.
Controversie di lavoro, cause in materia di fallimenti, procedure esecutive immobiliari, cause di risarcimento del danno, sfratti, diritto dell’immigrazione,reati fiscali, sono alcune delle materie trattate dall’avvocato. Ma, le cause dei clienti, nonostante gli acconti versati, non venivano coltivate. Tanto che, per rendere credibili l’esistenza di atti introduttivi mai depositati e quindi la pendenza dei giudizi, esibiva ai clienti provvedimenti del Tribunale ed altre comunicazioni di cancelleria contraffatti.
Non solo, talvolta approfittando del rapporto di risalente fiducia, amicizia e delle relazioni familiari, sfruttando ulteriormente la particolare credibilità che gli derivava dal fatto di svolgere la professione di avvocato, con artifici e raggiri lasciava credere di avere la possibilità di poter far accedere a forme di investimento particolarmente redditizie, con interessi anche sino al 50%, facendosi consegnare ingenti somme di denaro, anche sino a quasi € 15.000,00
Costituendosi parti civili, le parti offese domandano la restituzione di soldi ed il risarcimento del danno morale patito.