Pare che il fenomeno non sia isolato.
Sempre più spesso gli Istituti scolastici pubblici non sono in grado di garantire il diritto allo studio ai bambini disabili.
Mancano i maestri di sostegno, così capita anche che venga chiesto ai genitori di tenere il bambino a casa.
Si tratta di bimbi problematici che, se non accolti e gestiti con competenza e professionalità, diventano aggressivi.
Un disagio che viene vissuto dagli altri genitori come un impedimento per i loro figli “normali” al regolare svolgimento delle lezioni, con inevitabile ricaduta sull’apprendimento della classe intera.
Quello di L. è un caso estremo. Dopo aver assistito ad un episodio di violenza ai danni del maestro di riferimento, il suo comportamento peggiora repentinamente tanto da portare un’insegnante a consigliare ai genitori di portarlo dall’esorcista.
L. viene allontanato dalla sua classe e dai suoi compagni e collocato con un maestro in uno stanzino. Gli è impedito anche di trascorrere l’intervallo insieme ai suoi coetanei. Tanta è la paura che possa far del male ad altri bimbi. Le loro mamme hanno già presentato, più volte, le loro rammostranze. Pare che non esistano altre soluzioni diverse dal l’isolamento.
Se non fosse che, tale modalità di risoluzione del problema, è assai pregiudizievole per un bimbo affetto da una disabilità comportamentale. Tanto più se si considera che, secondo la diagnosi, tale tipo di disabilità, con il tempo, è destinata a rientrare.
L. frequenta la terza elementare, ma non sa leggere, né scrivere.
Il fatto è grave. Il bimbo non vuole più rientrare nella propria classe.
I genitori chiedono il nulla osta per trasferire il figlio in un altro Istituto, ma questo viene negato. Allo stato, infatti, non esiste alcun istituto dotato delle risorse necessarie per poter accogliere il piccolo.
Per la scuola e il Comune si tratta di un problema che deve risolvere la famiglia.
E invece, no!
Il supporto organizzativo all’inclusione scolastica è a carico degli enti locali.
Inoltre, la discriminazione è perseguibile ai sensi della l.n. 67/06 e la famiglia può richiedere il risarcimento dei danni anche non patrimoniali.