Quando si parla di diritti umani, di diritto al rispetto della vita privata e familiare, di qualità della vita, di diritto alla salute, beh…uno può pensare a tutto, tranne che…allo sciacquone del gabinetto!!!
Eppure, in Italia, per uno sciacquone rumoroso si è disposti ad affrontare quasi 19 anni di processo e arrivare fino in Cassazione per ottenere un risarcimento del danno.
E che risarcimento! La Cassazione ha condannato i rumorosi vicini a risarcire ai danneggiati € 500 per ogni anno di procurato disagio.
Per i giudici ha avuto maggior peso il fatto che la perizia esperita abbia rilevato il “significativo superamento di tre decibel rispetto agli standard previsti dalla normativa specifica”.,
Così, riferendosi alla Convenzione europea dei diritti umani, e, fra questi, in particolare al rispetto della vita privata e familiare, la Suprema Corte ha ricordato che “la Corte di Strasburgo ha fatto più volte applicazione di tale principio anche a fondamento della tutela alla vivibilità dell’abitazione e alla qualità della vita all’interno di essa, riconoscendo alle parti assoggettate ad immissioni intollerabili un consistente risarcimento del danno morale…” anche in assenza di un danno biologico.
Di tal chè, il danno e il conseguente risarcimento sono stati riconosciuti in correlazione al “pregiudizio al diritto al riposo, che ridonda sulla qualità della vita di un individuo e conseguentemente sul diritto alla salute costituzionalmente garantito….provato in termini di disagi sofferti in dipendenza della difficile vivibilità della casa.