L’avvocato come un pittore davanti ad una tela bianca.
Così, con un pizzico di ammirazione, un noto Presidente di un Tribunale, ha descritto gli avvocati.
L’immagine che ci ha offerto mi è piaciuta e l’ho fatta mia.
Descrive perfettamente l’azione creativa del difensore che contribuisce a stimolare e a formare la giurisprudenza, ovvero le decisioni dei giudici.
L’avvocato è il primo interprete dei bisogni dei cittadini. Tante volte è il difensore, con la propria azione, a sollevare mutamenti di giurisprudenza, per meglio rispondere alle sempre mutevoli istanze sociali.
In tal modo, la classe forense partecipa alla formazione delle norme. L’ultimo a rispondere è il legislatore, dopo che la domanda viene posta dal popolo al difensore, rappresentata al giudice che forma il proprio orientamento che si cristallizza fino a quando non viene finalmente recepito dalla legge.
In questa dimensione collettiva, gli avvocati possono e devono manifestare la propria opinione, anche tecnica.
Oggi, più che in passato.
La rete è una grande opportunità con un indiscutibile rovescio in termini di rischio. Permette la circolazione di informazioni, non sempre attendibili.
Esiste poi il fenomeno della demolizione, del linciaggio pubblico e della manipolazione che, attuato per mezzo di internet, ha degli effetti di dimensioni incalcolabili. Anche perché con la rete si può offrire un’illusione democratica che poi viene rovesciata.
Per superare questi rischi in maniera efficace non bisogna filtrare o censurare la libera espressione, ma agire valorizzando l’elemento educativo.
Decisiva appare pertanto la conoscenza critica, che deve essere un atteggiamento costante e che si nutre di un ingrediente decisivo: il dialogo.Solo il confronto può aiutare a cercare ed ad affermare la verità. Per questa ragione continueremo a scrivere e a rispondere a tutti coloro che, con rispetto ed educazione, vorranno confrontarsi con noi per capire, approfondire e formarsi un’opinione critica sui temi di maggiore interesse in materia giuridica.