In questi giorni sentiamo parlare ovunque di prescrizione penale e della sua riforma. Cerchiamo di spiegare cos’è e perché è così importante.
Com’è intuibile, la prescrizione è un istituto giuridico che attiene al trascorrere del tempo. Esiste sia in ambito civile che penale ma, in questa sede, ci occuperemo solo di quest’ultima.
In diritto penale, la prescrizione determina l’estinzione di un reato a seguito del trascorrere di un determinato periodo di tempo.
La ragione della norma è da ricollegare:
- al venir meno dell’interesse dello Stato a punire una condotta di rilevanza penale dopo un lunghissimo arco di tempo;
- al dovere della legge di assicurare una ragionevole durata del processo (principio garantito dall’art. 111 della nostra Costituzione).
- alla necessità di un processo di reinserimento sociale del reo.
Ché il processo debba aver tempi ragionevoli e certi è motivato dal fatto che il tempo rende oggettivamente più difficile, sia l’azione penale, sia l’esercizio del diritto di difesa, quando il processo si celebra a diversi anni di distanza dalla commissione del fatto. Cosa potrebbe mai ricordare un testimone dopo 9 anni dalla fatto criminoso? In un lasso di tempo così lungo, ai testimoni potrebbe inoltre accadere di risultare irreperibili o deceduti, senza considerare il pericolo concreto di inquinamento delle prove.
Chi, come noi, vive l’esperienza quotidiana delle aule di giustizia, è consapevole come una riforma sulla prescrizione, nel senso della sua eliminazione, non potrebbe che avere conseguenze gravissime.
La prescrizione è come la febbre: è un sintomo e non la causa. Non è sufficiente far abbassare la temperatura per ritenere una persona guarita. E’, invece, necessario indagare sulla causa della malattia del sistema, individuarla e curarla.
Si parla quindi di una riforma del processo penale per andare ad incidere sulla causa delle lungaggini processuali.
Ma siamo davvero convinti che questa sia la diagnosi corretta!?
Le norme, anche quelle processuali, non sono altro che delle regole che si sono date per organizzare e far funzionare al meglio il procedere dell’azione penale e per garantire i diritti di tutti.
Se cambio le regole, il processo penale diventa più veloce?
Se il carico di lavoro è abnorme rispetto alle risorse impiegate (magistrati e personale di cancelleria), non riteniamo che il processo penale incomincerà di colpo a galoppare con la modifica delle regole processuali. Anzi, ogni riforma implica necessariamente un lungo periodo di assestamento, con la formazione di nuovi orientamenti giurisprudenza e con implicazioni sulla durata del processo stesso e pure sulla certezza del diritto.
Come spesso si è già sottolineato da più parti, le norme ci sono, non è necessario sprecare ulteriori soldi per cambiarle. Più utile è, invece, destinare tali risorse nella macchina giustizia, sul personale di cancelleria, sui magistrati, sul materiale di segreteria. Così da non costringere gli avvocati, a portarsi le graffette dallo Studio per poter pinzare due fogli!