A fronte della richiesta di Salvini di modificare i moduli per il rilascio della carta di identità elettronica per i minori, il Ministero degli Interni stesso ha chiesto al garante della privacy un parere che è negativo.
Si tratterebbe infatti in una proposta in violazione alle norme di legge in quanto, nella pratica, si rischierebbe di indurre i soggetti interessati a dichiarare dati falsi o inesatti, oppure a fornire dati di carattere estremamente personale, non necessari.
I casi di criticità riguarderebbero infatti quelli in cui la richiesta di una carta di identità per un minorenne è presentata da figure che esercitano la responsabilità genitoriale, ma che non sono riconducibili alla specificazione terminologica di “padre” o “madre”. Ciò, sotto il profilo della protezione dei dati. Si pensi al caso dell’assenso congiunto di entrambi i genitori del minore (documento valido per l’espatrio).
Le ipotesi di dichiarazioni non corrispondenti alla realtà sono quelli in cui la responsabilità genitoriale e la trascrizione nei registri dello stato civile dei figli seguono una sentenza di adozione in casi particolari; la trascrizione di atti di nascita formati all’estero, il riconoscimento in Italia dei provvedimenti di adozione pronunciati all’estero, la rettificazione di sesso, o quando a registrare sia direttamente il sindaco.
Il rischio è anche quello di disparità di trattamento, secondo il parere di Luigi Marconi, direttore dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali della presidenza del Consiglio dei ministri.
Per Salvini, invece, “Non esiste privacy che neghi il diritto a un bimbo di avere una mamma e un papà”.