Diversamente dagli altri Stati, in Italia, non tutti coloro che svolgono l’attività giornalistica possono definirsi giornalisti.
L’attività del giornalista è infatti regolamentata da una legge (L n. 69/1963) che ha creato l’Ordine nazionale dei giornalisti al quale, tutti coloro che esercitano l’attività giornalistica, sia come professione, sia come attività secondaria, hanno l’obbligo di iscriversi, dopo aver effettuato la pratica e aver superato un esame.
Considerato il complicato sistema normativo vigente in Italia, ritengo che, effettivamente, per poter esprimere in maniera corretta la propria opinione e diffondere notizie di interesse pubblico si debbano avere particolari competenze. Non solo bisogna conoscere la legge, ma anche la giurisprudenza e le decisioni del garante della privacy. I rischi sono elevati: non solo ci si potrebbe esporre a cause di richieste di risarcimento del danno, ma anche a sanzioni di carattere penale.
Persino i giornalisti di “Striscia la Notizia” sono caduti sulla classica buccia di banana in quanto sono stati condannati per violazione della privacy per aver mandato in onda un filmato nel quale viene incastrato un truffatore, facendo circolare la sua immagine e i suoi dati personali.
La Cassazione (sentenza n. 10153), aderendo alla decisione del Garante della Privacy al quale era ricorso il “truffatore”, pur ammettendo l’interesse del pubblico ad essere informato e riconoscendo il ruolo di denuncia svolta dalla trasmissione, ha censurato lo” scoop” perché in contrasto con il diritto alla riservatezza dei dati e all’immagine.
Per il Garante, infatti, né il diritto di cronaca, né il fine (di prova in Tribunale) giustificano la messa in onda dei filmati e delle registrazioni. L’autore della truffa era un perfetto sconosciuto e, quindi, la pubblica opinione non aveva interesse a conoscere il suo volto. La storia si poteva comunque raccontare esercitando il diritto di cronaca.
Per la Cassazione la decisione del Garante è un parere autorevole e, in quanto tale, bisogna conoscerlo ed attenervi.
Un monito per tutti gli improvvisati.