Con l’aumento della durata della vita media, sempre più famiglie si trovano ad affrontare nuove questioni e problematiche legate all’assistenza dei genitori anziani. Immagina di essere un figlio che si prende cura del proprio papà anziano e malato, mentre tuo fratello resta indifferente. Dopo la morte del genitore, il conflitto per l’eredità emerge: il figlio che ha prestato assistenza chiede all’altro di contribuire alle spese mediche e riconoscere il suo impegno. Ma è possibile ottenere questo rimborso?
La risposta è no. La legge italiana dice che prendersi cura dei genitori è un atto di amore e solidarietà familiare. Questo vuol dire che non si può chiedere un risarcimento per le spese affrontate durante l’assistenza, perché sono considerate un “dovere morale”. Anche la Cassazione, la Corte Suprema italiana, ha confermato questo principio (sentenza n. 35738/2023).
E se il genitore è in difficoltà economiche? In questo caso, tutti i figli devono aiutarlo, come stabilito dal Codice Civile (art. 433). Se uno dei fratelli non contribuisce, il genitore può rivolgersi al tribunale per chiedere che venga coinvolto nelle spese. L’obbligo alimentare, cioè quello di fornire il necessario per vivere (come cibo e cure mediche), è proporzionato alle capacità economiche di ogni figlio.
Ma cosa succede quando il genitore muore? Anche se uno dei figli ha accudito il genitore più degli altri, questo non gli dà diritto a una quota maggiore dell’eredità. Tutti i figli hanno diritto alle stesse parti, a meno che il genitore non abbia fatto un testamento dove lascia una quota disponibile al figlio che lo ha assistito.
Attenzione: non assistere un genitore non rende un figlio “indegno” di ricevere l’eredità. Solo in casi molto gravi, come un tentativo di togliere la vita al genitore, un figlio può essere escluso dall’eredità.
Per concludere, se ti trovi in una situazione simile o hai dubbi, è importante riflettere e cercare il giusto consiglio, senza aspettare che le cose peggiorino.