La notizia è oggi su tutti i giornali, ma non è nuova.
I fatti sarebbero avvenuti tra il 2012 ed il 2016.
Negli ultimi anni sono stati, infatti, in tanti ad essere indotti ad investire sui diamanti.
Talune banche, oggi indagate, tramite i loro consulenti finanziari rassicuravano i risparmiatori definendo l’investimento sui diamanti un investimento sicuro.
In realtà, secondo la tesi della Procura di Milano, i diamanti venivano venduti a prezzi gonfiati rispetto al loro valore reale, forse anche sino al 70%, con tanto di pubblicità sui giornali.
Le società coinvolte sono la Intermarket Diamont Business di Milano (IDB, fallita) e la Diamond Private Investment di Roma (DPI); le bance invece sono: il Banco Bpm, Banca Aletti, UniCredit, Intesa San Paolo e Monte dei Paschi.
L’inchiesta risale a circa due anni fa, a seguito di accertamenti fatti dall’Antitrust che già aveva comminato alle società e alle banche coinvolte multe di oltre 15 milioni di euro, confermate dal Tar del Lazio.
Contestualmente erano fioccate le richieste di rimborso da parte degli investitori con proposte irrisorie (dal 10% al 20% circa del valore investito) da parte degli istituti di credito.
Lo scenario però oggi cambia.
Gli istituti citati sono infatti finiti sotto inchiesta per la legge 231/2001 sulla responsabilità amministrativa delle società e degli enti da reato. Tale norma prevede sanzioni in capo alle aziende, come persona giuridica, responsabile di non aver posto in essere quegli atti di prevenzione che impediscono ai propri dipendenti di commettere reati nell’interesse della società.
L’apertura dell’inchiesta penale potrebbe quindi giocare sicuramente a vantaggio dei risparmiatori.
Indagati sono anche alcuni topo manager. Tra loro, il direttore generale di Banco BPM, Maurizio Faroni, che sarebbe indagato per concorso in truffa, autoriciclaggio e ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza.
Pare inoltre che il Banco Bpm abbia già accantonato circa € 150 mln per il risarcimento ai clienti coinvolti nella vicenda.
Se interessati, potete aderire alle richieste di rimborso inviando una e-mail al seguente indirizzo info@studiolegaletorino.info.
Vi spiegheremo come procedere.