“Il Parlamento non è un congresso di ambasciatori di interessi differenti e ostili, che devono essere salvaguardati al pari di quanto fa un avvocato contro altri avvocati; il Parlamento è un’assemblea deliberativa di una nazione, con un solo interesse, quello di tutti” ( Edmond Burke).
Il principio espresso è un cardine delle democrazie rappresentative, come la nostra, e permette agli eletti di esprimere il proprio voto anche in dissenso dal partito di riferimento, obbligandoli a ricercare il bene comune e non solo quello dei propri elettori.
In Italia, questo principio è riconosciuto dall’art. 67 della Costituzione che così recita: “ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.”
Tecnicamente, trattasi del c.d. divieto di mandato imperativo che pare, oggi, costantemente violato dal governo in carica che affida ai propri elettori la scelta su alcuni punti programmatici, dimenticando che l’Italia è una democrazia fondata sulla rappresentanza e non un democrazia diretta!
Il lavoro parlamentare è un duro e meticoloso lavoro dedicato alla ricerca di un punto d’accordo fra le diverse ed opposte forze politiche, per giungere ad una posizione comune e condivisa il più possibile, contemperando i diversi interessi in gioco. Non è questo il caso di chi, molto più semplicemente e agevolmente, senza alcun impegno a mediare, si limita a recepire le scelte dei proprio elettori e le presente agli avversari politici così come le riceve.
All’avvocato, nel corso degli ultimi anni, mediante l’introduzione degli istituti di mediazione obbligatoria e negoziazione assistita, è stato chiesto di cambiare pelle, di trasformarsi da un soggetto naturalmente portato a perorare la causa di una parte, a mediatore. Il politico, invece, si è voluto mettere la toga per difendere gli interessi particolari di cui li ha votati, a discapito degli interessi superiori della Nazione.
Si tratta di un’evidente abuso dell’art. 67 della Costituzione e di violazione del divieto del vincolo del mandato.
Quali sono i vantaggi immediati di questo modus operandi?
Non prendere decisioni di merito, aiuta a non creare dissapori interni e a non spaccare un elettorato in continua espansione. Si giunge, in questo modo, ad una deresponsabilizzazione della rappresentanza parlamentare svuotata, così, dei poteri e delle funzioni.
Con buona pace degli interessi della Nazione, ovvero di tutti.